
RIP: introspezione e cassa dritta
Immaginatevi due amici, Pierpaolo e Raffaele. Hanno in comune la passione per l’elettronica e, dopo svariate esperienze, decidono di fondare assieme un duo. Metteteci che, per ironia della sorte, uno dei loro primi concerti, ancor prima di aver pubblicato qualsivoglia materiale, è al Primavera Sound di Barcellona.
Beh, se questa parabola vi sembra verosimile è perché è quella dei RIP, gruppo romano arrivato alla prima pubblicazione sulla breve distanza. Intitolato Chi prende la colpa e anticipato dai due singoli io fotografo i miei amici e F1P, l’album uscito il 7 di marzo per RDR-mgmt/peermusic è la sintesi perfetta tra atmosfere tipicamente dancefloor e l’introspezione di progetti quali Bon Iver e James Blake. Basta farsi un giro sul loro profilo Spotify per capire quali sono i riferimenti (internazionali) dei due musicisti: si va dall’elettronica indie dei Mount Kimbie al nu-jazz di King Krule, passando per le pulsazioni di Overmono e XX.
L’EP brilla per la densità delle strumentali e la cura del dettaglio, sospesi tra sfumature acustiche (io fotografo i miei amici) e derive clubbing (pistola). Il tutto è arricchito da un cantato intimista che si muove nei drammi della post-adolescenza (“Sapevi che finirà, l’avremmo fatto, ma senza odiarci”), avvolgendo l’ascoltatore in un abbraccio tanto caldo quanto nostalgico.
Nonostante la brevità dell’esordio, le sei canzoni riescono perfettamente a instillare nell’ascoltatore la curiosità di premere replay e, perché no, correre sotto cassa ai loro prossimi concerti. Circondati da amici e storditi dall’ambient-techno dei RIP.
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