Pastafrolla

La pastafrolla è un’illusione

Tra atmosfere punk-rock e suoni sporchi, Pastafrolla dei Post Nebbia si presenta come un brano illusorio che resta sull’orlo di un precipizio senza crollare mai. Sin dai primi momenti, il pezzo ci trascina in una spirale di tensione, una corsa verso un crollo inevitabile.

Dolce e fragile come le promesse non mantenute

La dissonanza tra il titolo che evoca qualcosa di dolce e friabile, e il contenuto sonoro e lirico, che si tinge di tonalità cupe e taglienti la fa da padrone: la pastafrolla, simbolo di fragilità e dolcezza, si rivela essere solo un’illusione.

Pastafrolla è una traccia che affronta con cruda ironia il malessere di chi vive in un mondo che sembra fatto di facciate fragili, pronte a sgretolarsi sotto il peso della realtà.

Disincanto generazionale

I riff di chitarra graffiano, creando un tappeto sonoro che accompagna un ritmo incalzante, mentre la voce di Carlo Corbellini rimane distaccata, quasi disillusa, come se stesse osservando il crollo di tutto ciò che ci è stato promesso con un misto di rabbia e rassegnazione.

Un’esplosione di disincanto generazionale mascherato da brano punk-rock: il testo, apparentemente semplice, cela una profonda critica verso una società che vende sogni facili e successi istantanei, mentre la realtà è ben diversa. I Post Nebbia riescono a descrivere la frustrazione di una generazione che si trova a fare i conti con la precarietà non solo lavorativa, ma anche esistenziale. La “pastafrolla” diventa quindi una metafora perfetta per rappresentare la fragilità di un sistema che crolla alla prima scossa, un’immagine che richiama la falsità delle promesse di stabilità e benessere.

Evoluzione sonora e denuncia

Il brano, primo singolo del nuovo album Pista Nera, fa un passo avanti nella maturità sonora della band, pur mantenendo intatta la loro vena ironica e il DIY che li caratterizza. Pastafrolla è una corsa verso il nulla, un grido di protesta contro un futuro rubato, e una denuncia del crollo delle illusioni che è familiare a chi si ritrova a fare i conti con un mondo in crisi, in guerra, alluvionato.
Che cade, sotto le bombe e gli eventi climatici estremi, come fosse fatto di pastafrolla.

Leggici su FELT MAG e seguici su Instagram.

Ossessionata dai baffi, dal caffè e dalla musica, ho lavorato per anni dietro il palco. Oggi sono una social media manager che vorrebbe scrivere una sitcom ispirata alla sua vita con colonna sonora dei The Bleachers. Scrivo, fotografo, creo playlist dai titoli perfetti e soprattutto polemizzo. A volte anche nel sonno.