Molla le cuffie, vivi il Palco

Se sei andato ad almeno un concerto di uno dei membri della ODD Clique sei tremendamente cool, non c’è niente da aggiungere. Sai come passare una bella serata, i locali giusti da frequentare a Roma, dove trovare i drink più buoni a un prezzo decente.

Sei forse l’unica persona dalla quale possiamo accettare un po’ di snobismo musicale: se sei te a dirci che i nostri gusti sono discutibili e che forse dovremmo smetterla di sentire a ripetizione i Joy Division perché nel frattempo sono passati quarant’anni di canzoni, forse dovremmo fidarci. Ora che ci siamo immersi anche noi in questo mondo, sappiamo perché il nome ODD Clique sta cominciando a essere conosciuto da sempre più persone, anche al di fuori del raccordo.

Non è musica che puoi streammare su Spotify ritenendoti soddisfatto. Non è una registrazione che riuscirà a rendere la magia complessiva di quello che un gruppo di musicisti con così tanto talento riesce a creare sul palco. Una piacevole novità nel panorama della musica romana che sta cercando di riprendersi i suoi spazi con nuovi progetti musicali molto interessanti.

la musica di cui roma ha bisogno

ODD Clique è un collettivo, ma anche una label con base a Roma; le sonorità degli artisti che ne fanno parte sono svariate, muovendosi tra nu jazz, soul, elettronica, clubbing. Ad accomunarli senza dubbio è un talento incredibile e una ricercatezza unica. Un progetto che brilla nelle notti romane (ma non solo) con la sua luce e che attira tutti coloro che non sono disposti a chiudere gli occhi una volta tramontato il sole.

Non c’è alternativa: è musica che devi vivere, respirare, ballare, da cui devi farti cullare. Devi immergerti nell’atmosfera elettrica generata dagli sguardi e rafforzata da synth e bassi che afferrano alla gola senza lasciare possibilità di distrarsi, neanche per un secondo.

La ODD clique ti costringe a tornare a vivere i live, a non accontentarti di ascoltare le canzoni in cuffia, dal tuo comodo divano, ma di tornare ad abitare lo spazio dedicato alla musica e di vivere l’esperienza collettiva di assistere ad una performance cosí accattivante.

nuovi paesaggi sonori

Se da una parte al Monk abbiamo visto brillare di calda sensualità e dolcezza la performance di Bordeaux – in grado probabilmente di rapire il cuore di qualsiasi essere umano con la sua voce- dall’altra ci siamo lasciati ipnotizzare da Emanuele Triglia e la presentazione in anteprima del suo nuovo album Moon Kin.

Sembra di trovarsi di fronte a una melodia in continua costruzione, inafferrabile e senza tempo, dove perdersi lasciandosi trasportare da un flusso continuo di stimoli sonori. Totale sperimentazione per un jazz che raccoglie mondi e unisce generi per creare un proprio universo, una porta da oltrepassare per andare ben oltre il palco del Monk. I riflessi d’oro della luce sembrano far muovere ogni artista in una dimensione intoccabile, sulla quale si riflette la consapevolezza di aver conquistato ogni sguardo. È quasi palpabile la chimica tra i musicisti; il loro linguaggio unico, che si inserisce tra le note di un groove intraprendente e sperimentale, gli consente di dare forma a questo non-luogo di cui sono i protagonisti.

È esattamente questo che intendiamo quando vi parliamo di musica che non può limitarsi a una app di streaming: in cuffia, non avremo mai la sensazione di aver perso il fiato dopo un brano che sembra prendere vita a ritmo con i nostri battiti.

Non capita così spesso di vedere un pubblico rapito, ammaliato da una performance che, per un momento, astrae gli artisti e li racchiude nel loro spazio.

Mentre guardiamo Emanuele Triglia e RBSN sorridersi, acquisiamo una nuova consapevolezza, ovvero cosa significa davvero suonare, amare ogni singolo accordo, percepire ogni singolo istante passato su quel palco come una metamorfosi continua in un paesaggio sonoro sospeso dal normale ritmo della quotidianità.

Vuoi continuare a leggere di bella musica? Su FELT puoi farlo!

Faccio cose, vedo gente, scrivo di musica (qualche volta di cinema), cerco di sopravvivere a Roma