
Planet Opal, Brian Eno e il frigorifero del McDonald’s
Piena pandemia, interno di un McDonald’s. Un rumore proviene da un frigorifero e sembra assomigliare incredibilmente al meditativo drone di Thursday Afternoon prodotto da Brian Eno. Chissà se è un’apparizione del padrino della musica ambient che cerca di manifestarsi a un suo adepto, o solamente una casualità. Nessuno, in fondo, può realmente dirlo.
Queste sono le surreali premesse del nuovo singolo dei Planet Opal, uscito il 14 marzo per Dischi Sotterranei e intitolato ironicamente I’ve Heard Brian Eno in the McDonald’s Fridge.
Nel singolo che anticipa il nuovo album Recreate Patterns, Release Energy la formazione composta dal producer Giorgio Assi (synth e voce) e dal batterista Leonardo De Fraceschi riconferma l’attitudine dance-punk del loro debutto Cartalavonu, accelerando i BPM e scardinando sempre di più la forma canzone. In favore di un pulsante flusso sonoro in continuo scorrimento, trainato da arpeggiatori impazziti e pattern ritmici incalzanti.
Se volessimo definire il loro sound in poche parole, infatti, potremmo dire che si colloca perfettamente in bilico tra la roboticità schematica dei Soulwax di It’s Always Binary e l’esplosivo eclettismo di James Murphy, frontman degli LCD Soundsystem.
La voce processata del cantante, invece, ripete incessantemente “I’ve heard Brian Eno in the McDonald fridge / I don’t know what he said but has a meaning to me”, come a voler trarre un qualche significato mistico dietro quella strana apparizione. D’altronde il caso è sempre stata una pratica creativa utilizzata dal musicista britannico, a partire dall’uso del metodo delle “oblique strategies”.
Se pensavamo che l’apparizione di Gesù dentro al parcheggio di una pizzeria citata in Viale Santissima Trinità dei Post Nebbia potesse essere assurda, beh non eravamo ancora pronti per questo brano. Non vediamo l’ora di ascoltare tutto l’album e ballare sotto cassa al loro prossimo live a Spring Attitude.