
Ho smesso di guardare film romantici per ascoltare i Delicatoni
Immaginate di essere quella persona a cui si dedica questa frase:
“Porti fortuna se vivi“.
Aprite gli occhi e restate Svegli in attesa del Sogno, sul prato in primavera. Ecco che si intona una musica: i Delicatoni, con messaggi d’amore, dediche, confessioni, domande, richieste e lente attese.
Un gruppo che si ritrova sempre a respirare in un caldo abbraccio a quattro corpi.
Delicatoni, sono quattro ragazzi che aprono una coperta di lino morbida su un tappeto di cuscini. Artisti a tutto tondo, scrivono prose, suonano poesie, quelle che dal letto fan puntare gli occhi al soffitto.
Incantano e suonano melodie che pizzicano le corde dell’Io, quello più bisognoso del frutto della passione. Una penna che fa sentire bene e in pace chi ascolta, è jazz. Un genere in cui si rischia: o lo fai bene o non lo fai, come l’amore. Il jazz è preciso, meticoloso ma anche folle, sfuggente. I Delicatoni indossano guanti di seta e se ne servono per esprimere l’armonia dell’Acqua.
ogni canzone è una canzone d’amore
Dei Delicatoni, ogni canzone è una canzone d’amore, una carezza sul viso. Tutta la discografia, dal 2022 esprime una leggera libera, bramata, desiderata, delicata.
Tutti gli album dei Delicatoni hanno questo flusso sonoro che riporta sempre alle sensazioni più pure dell’innamoramento, un amore da intendere però nel senso generale del termine. Sembra quasi di essere adolescente di nuovo, quando per la prima volta si ha un reale contatto con l’altro: ci si studia, ci si tocca, con quel timore di vivere tra il sogno e realtà.
L’elemento evocativo del viaggio d’amore che i Delicatoni stanno intraprendendo all’interno del panorama musicale si ritrova nella delicatezza del genere: jazz-pop misto all’elettronica. Una produzione musicale tutta loro che concede di liberarsi alla divina arte del ballo e della necessità di godersi il Giorno Libero, come loro lo descrivono. Un EP composto da pezzi che sono collegati da un sound che trasporta e che ricrea proprio l’immagine del giorno di fermo, di stop.
SOUL E MORBIDEZZA
I Delicatoni spingono alla cura del dedicarsi del tempo, spiegarlo sarebbe difficile, ascoltare un pezzo come Domenica Berici e Basilico è meglio. L’obiettivo del gruppo sembrerebbe essere cercarsi e perdersi, ritrovarsi e dichiararsi: esprimersi. Vantano un profilo basso, accompagnato dalla semplicità della loro dimostrazione di intenti: lavorare per l’arte e per l’amore in senso totale.
Le canzoni strumentali sono dediche, ascoltarle è una medicina per l’anima, mentre versi di altri brani invitano con estrema grazia alla comunicazione all’espressione, al parlarsi. I Delicatoni invitano a leggere e comprendere le proprie emozioni: comunicare i propri bisogni e dipingere su tela con giallo, celeste, bianco e rosso, il fiorire della bellezza altrui.
Una band composta da quattro ragazzi, un progetto nato a Vicenza, momentaneamente bloccati nel mio cuore a tempo indeterminato. Regalano al mondo del vero. Una discografia che consente di abbandonarsi al dondolio della verità. Piuttosto singolari sono i messaggi che si estrapolano da ogni loro strofa, colmi parole come diamanti, proprio per gli strumenti che utilizzano: voci che si trasformano in sussurri, sax che fa da faro nella notte musicale, pianoforte che sfiora quei punti dolenti dell’ego e la chitarra, quella che tocca le corde giuste, gioca con il cuore.
COME NON INNAMORARSI DEI DELICATONI?
È chiaro che ciò che offrono è una sintesi di introspezione e di rottura dagli ascolti quotidiani, una protesta contro il complicato mondo che ci circonda. Nei loro testi viene fuori il concetto di dare, come nel pezzo La Mela, “posso mordere la mela?”, circolarmente la richiesta ad accedere al frutto proibito riecheggia tra le note che si beffeggiano del non lasciarsi andare. Una band a cui è impossibile non volere bene, è questo ciò che arriva agli ascoltatori; un cuore che palpita all’unisono e mostra il virtuoso e complesso sistema del messaggio poetico e dello strumento musicale.
La forte identità creativa che si allarga all’arte performativa con estrema, oserei dire…delicatezza in uno spazio che si sono costruiti con estrema cura. Un film dai colori accesi, un ballo di corpi liberi su un prato pieno di fiori. Una fiaba del Fratelli Grimm, ma con lieto fine.
Ho smesso di guardare i film romantici.
Ho iniziato ad ascoltare Delicatoni.
Sono solo nella fase di transfert, nella mia mente risuona solo l’auspicio più grande che io possa dedicarmi, che un giorno qualcuno s’innamorerà e mi dirà che porto fortuna se vivo.
Semplice, sono sentimentale.
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